Sunday, July 08, 2007

Cristina Babino


E' uscita, sulla rivista barese Incroci (n.15, gennaio - giugno 2007), la recensione di Cristina Babino al libro. Ecco alcuni passaggi:

"... Ha un candore che commuove, la poesia di Stefano Guglielmin, ha il candore pesante e struggente delle anime salve erette in mezzo alle macerie [...]
Frequenti, e finemente ammaestrati, come in un mirabile concerto per voce sola, sono i cambi di registro e tono che percorrono l’opera lungo tutto il corso. La lingua di Guglielmin è duttile, s’insinua sottile come acqua nella roccia, e insistente scava, fino a sfociare in un gorgo di complessità restituita in tutta la nobile bellezza di una rivelazione che pare palesarsi suo malgrado, e che pure in questo dispiegarsi sottovoce trova la sua forza espressiva più efficace e dilaniante. E i riferimenti letterari che innervano e come linfa nutrono i versi di Guglielmin sono dopotutto segni inequivocabili di un bagaglio meditato, fecondo e presente, ma al tempo stesso condiviso col lettore in un atto di una consapevole, generosa, matura umiltà.
E’ vero, dunque, sulle acque si può camminare. Ma solo a patto di farsi trasportare, di fluire, in silenzioso ostinato ascolto, col canto e il senso discontinuo delle cose".

Tuesday, July 03, 2007

Antonella Pizzo


Pubblico un'intensa traduzione in ragusano, fatta da Antonella Pizzo, della prima poesia della sezione Ouse.



non pensavo a tanto. a tanta cosa che lascia qui e soli. e vuole per noi altra cosa, nuova. non pensavo che a cosa aperta, qui. cuore forse, mano. o parola come cosa che ci apre qui e ci tocca. cosa che batte e sta fuori e dentro, in effetti, vibrando.

poi capita che il corpo cada, che fondi altra via, subacquea. il corpo, lascia terra per sempre. e vola, un poco. e sale. poi cede perché corpo, cosa estesa e dunque peso, ostile al nuoto e all’aria a volte. e nessuna voglia di tornare. o forse sì

a casa probabilmente. là dove casa è scritta nella carne, dentro. nel corpo come il volo o l’acqua, come l’amore e i figli. non pensava a tanto. e non per sempre. solo chiudere un libro, aprirne un altro.








Nun pinzava a tantu. a tanta cosa ca ni lassa cà e suli. e voli n’àutra cosa, nova. nun pinzava ca a na cosa raputa, cà. cori, forsi, manu. o parola comu na cosa ca si rapi cà e ni tocca. cosa ca sbatti e sta fora e dintra, muviènnusi.


appuoi capita ca si cari, s’anventa n’àutra strata, sutt’acqua, lassa a terra pi sempri. e vola, taìccia. e acciana. cari ri bbanuovu picchì è carni e pisa, cuntrària all’acqua e certi voti all’aria. E nun avi vògghia ri turnari. o forsi l’avi.


a casa forsi. dda unni casa è scritta nna carni, rintra. Nna carni comu ’n vuolu e l’aria, comu l’amuri e i figghi, nun pinzava a tantu, e no pi sempri. sulu ciùrriri nu libbru e rapìrini n’àutru.